LaRotonda di Tregasio
Il terreno dove sorge la Rotonda era di proprietà di Luigi Cagnola, architetto di grido che ha operato sia sotto il dominio di Napoleone che di quello austriaco, a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. Sue sono, tra le altre opere, le progettazioni dell’Arco della Pace a Milano e della Rotonda di Inverigo, grandioso edificio che aveva costruito per farne la sua casa.
Sembra che su questi suoi terreni di Tregasio, borgo di cui era stato più volte sindaco, volesse costruirvi la tomba di famiglia.
Tuttavia l’architetto muore nel 1833 senza realizzare quanto si suppone.

Qualche anno dopo, Francesca dei marchesi d’Adda, vedova del Cagnola e unita in seconde nozze nel 1834 con il conte Ambrogio Nava, decide di realizzare un oratorio con la funzione di luogo di sepoltura.
A ideare, progettare e realizzare l’opera provvede proprio Ambrogio Nava, già allievo del Cagnola, discreto pittore paesaggista e apprezzato architetto dell’epoca.
Architettura
L’esterno
Provenendo da Triuggio, la Rotonda si presenta sopraelevata, maestosa nelle sue forme d’insieme e nei particolari: scalinata, pronao, cupola…
Gli elementi che compongono questo edificio ci rimandano immediatamente allo stile architettonico classico.
Le eleganti figure femminili del pronao, dette cariatidi, fungono da colonna. Abbinate a due a due, rappresentano alcune virtù cristiane: la preghiera, l’eucaristia, il timore. Per realizzarle in modo così pregevole, l’architetto Nava incarica un valido scultore, Stefano Casanova, attivo nel completamento delle guglie e delle statue del duomo di Milano.
Alla sommità delle colonne ci sono capitelli corinzi finemente lavorati, sul fronte dei quali il Nava ha voluto lo stemma dei Marchesi d’Adda, casata della moglie Francesca, committente dell’opera.
L'oratorio è finestrato e, all'esterno, le aperture sono inquadrate da un ordine di semicolonne binate, con eleganti capitelli corinzi che sorreggono la trabeazione coronata da un timpano.
A copertura dell’edificio si innalza la cupola, l’elemento della struttura che ha subito maggiormente i danni del tempo e dell’incuria: dalla sua costruzione, per il deterioramento patito dai materiali, è stata rifatta per ben tre volte prima dell’attuale che risale al 1971.
L’interno
La pianta interna è circolare, con un diametro di 10,80 metri.
In altezza si distinguono tre piani: il primo, con le pareti finestrate, attraggono l’attenzione per i grandi affreschi; il tamburo, su cui oggi è più evidente il degrado dell’opera pittorica; la cupola.
Gli affreschi: per le pareti, il Nava aveva previsto due ordini di dipinti, come si legge nel contratto con il pittore, Giovanni Battista Airaghi:
“E primariamente si conviene che nei quattro parallelogrammi incollati nell’attico interno della cupola vi dovranno essere dipinti a secco quattro bassirilievi rappresentanti quattro soggetti del martirio dei SS. Gervaso e Protaso, e nei quattro scompartimenti interni all’ingiro della porta terrena dovrà dipingersi a buon fresco con scelti e sicuri colori quattro fatti del nuovo testamento, il cui soggetto verrà in seguito determinato a piacere dal committente.”
Nell’ordine superiore, “nell’attico interno della cupola”, i dipinti in bassorilievo oggi sono fortemente degradati, intaccati dalla pioggia, quando la cupola era in rovina, e dalle infiltrazioni d’acqua successivamente.
Ciò che non viene scritto nel contratto per l’ordine inferiore, oggi può essere letto quando si entra in Rotonda.
“All’ingiro della porta”, infatti, abbiamo quattro grandi quadri decorati a fresco che rappresentano scene riferite al Vangelo, certamente indicati dal Nava o concordati con il pittore:
- La resurrezione del figlio della vedova di Naim.
- L’adultera.
- La guarigione del cieco nato.
- Il discorso della montagna.
La cupola si innalza per diversi metri e ha la forma di una semisfera. Internamente oggi è intonacata di bianco, ma originariamente era come richiesto al pittore, Alessandro Montanari, dall’architetto Nava:
“La cupola deve essere dipinta a chiaro oscuro con colore a secco, dividendola in venti cassettoni sagomati entro ciascuno dei quali un rosone, e nel vertice un grande anello dorato, il tutto disegnato e dipinto in buona regola di scorcio, e di chiaro oscuro e conformemente al disegno in generale”.
L’altare
Il piano dell’altare è sorretto da un’urna in marmo che richiama nelle fattezze un sarcofago di epoca romana.
Allo stesso pittore delle pareti, viene richiesto di realizzare il quadro da posizionare sopra l’altare che deve rappresentare sant’Ambrogio e i due martiri a cui è dedicato l’oratorio, i santi Gervaso e Protaso.
Oggi il quadro, di buona fattura e restaurato, si trova nella casa parrocchiale.


monumento nazionale

La legge 364 del 1909 stabilisce norme per la protezione dei beni culturali e storici in Italia. Essa si applica a cose immobili e mobili di interesse storico, archeologico, paleontologico o artistico.
Per le sue caratteristiche storiche e artistiche, la Rotonda viene considerata un monumento nazionale e quindi meritevole di tutela.
PROVVEDIMENTI DI TUTELA [1/2]
- Denominazione da vincolo: ORATORIO DI TREGASIO
- Tipo provvedimento: notificazione (L. n. 364/1909, art. 5)
- Estremi provvedimento: 1912/01/24
- Data notificazione: 1912/01/24
- Codice ICR: 2ICR0045115AAAA
- Nome del file: 01494670149467.pdf
PROVVEDIMENTI DI TUTELA [2/2]
- Denominazione da vincolo: CAPPELLA ROTONDA CON COLONNATO ANTISTANTE
- Tipo provvedimento: notificazione (L. n. 364/1909, art. 5)
- Estremi provvedimento: 1913/10/29
- Data notificazione: 1913/10/29
- Codice ICR: 2ICR0045115AAAA
- Nome del file: 01494660149466.pdf